Profumati tulipani appena sbocciati, germogli di iris bianco, foglie e rami di salice tortuoso, sapientemente disposti secondo precise proporzioni e regole compositive. Se non avete mai sentito parlare dell’Ikebana, è arrivato il momento di scoprire tutti i segreti di questa raffinatissima arte importata dall’Oriente.
L’Ikebana è un’arte di composizione floreale di origine giapponese, che affonda le radici in un passato molto lontano. Sperimentata dapprima dai monaci shintoisti per realizzare armoniose composizioni naturali da offrire alle divinità, si sviluppò ulteriormente a contatto con la religione buddista, diventando ben presto un elemento essenziale della tradizione votiva nipponica.
Le prime creazioni Ikebana, risalenti al VII secolo, si devono al monaco giapponese Ono-no-Ikomo. Durante il suo soggiorno alla corte imperiale cinese come ambasciatore, rimase del tutto impressionato dal metodo che i monaci utilizzavano per disporre i giardini e ornare i loro templi. Quell’esperienza a contatto con la cultura cinese gli consentì, al suo ritorno, di sperimentare nuove forme compositive anche in Giappone, sempre guidato da quell’ideale di purezza e armonia che sta alla base della vera meditazione buddista.
Nei secoli l’arte dell’Ikebana continuò a crescere, grazie al lavoro di brillanti esponenti, nuove tecniche e vere e proprie scuole di insegnamento. L’Ikebana fu da subito intesa come un’arte per purificare lo spirito: realizzare una composizione floreale diventava il metodo migliore per allontanare i pensieri negativi; al tempo stesso, la sua contemplazione aiutava lo studio e la meditazione. Iniziò così a entrare nelle case dei samurai, che seppero sfruttarne gli insegnamenti per prepararsi mentalmente alle battaglie, ma anche per decorare gli ambienti della casa e predisporre al meglio le cerimonie del tè.
Con il tempo l’Ikebana perse il suo stretto legame con il mondo religioso per diventare preminentemente un’arte decorativa, senza tuttavia abbandonare del tutto quell’aura di sacralità e ritualità che da sempre la contraddistingue e che la rende così diversa dalla nostra concezione di composizione floreale. Se noi tendiamo ad attribuire grande importanza alle masse di fiori completamente sbocciate e alla combinazione dei colori, l’Ikebana predilige invece la scelta di pochi elementi vegetali accordati tra loro secondo precise regole e stili, che danno dinamicità all’insieme e attribuiscono un significato ad ogni suo elemento. Così il fiore schiuso rappresenta il passato, il bocciolo semiaperto il presente e la gemma chiusa il futuro; lo stelo lungo simboleggia il legame con il cielo, mentre quello corto il contatto con la terra.
È dunque la natura nella sua essenza più profonda, creatura mutevole e imprevedibile, straordinaria nelle sue forme asimmetriche, che l’Ikebana cerca di immortalare nelle sue composizioni. Solo così l’uomo può entrare in perfetta sintonia con il mondo vegetale e riscoprire finalmente se stesso.
Fonte: L’ikebana, Fratelli Melita Editori, 1988.